IL FILM

IO RICORDO è un lungometraggio dove i genitori, fratelli e sorelle, gli orfani delle vittime di mafia, con un linguaggio semplicemente vero e commovente, mettono a nudo la dignità del proprio dolore e raccontano chi erano le persone che la mafia ha ucciso. Nomi spesso sconosciuti ai più o dimenticati da molti.

Nel 2012 il film diventa libro: «IO RICORDO, parlano i familiari delle vittime di mafia» (Lupetti editore) a cura di G. Li Calzi, R. Gabbai, A. Pabis.


Il film, di Ruggero Gabbai, prodotto nel 2008 da Indiana Production in modo indipendente - e realizzato anche grazie al contributo di cittadini milanesi che hanno condiviso il lavoro della Fondazione, ha ricevuto il riconoscimento di Progetto Speciale dal MIBAC Ministero dei Beni Ambientali e Culturali e presentato al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 19 gennaio 2010, al Quirinale.

È un racconto che nasce dal dolore e che si fa memoria, testimonianza, coerenza, coraggio civile dove la parola diventa ricordo, coscienza, impegno, partecipazione anche attraverso la Giornata della Memoria promossa ogni anno da Libera, si snoda lungo la narrazione di un giorno particolare con la colonna sonora originale di Francesco Buzzurro, il 23 maggio del 2002, decimo anniversario della morte di Giovanni Falcone in cui un padre, Gianfranco Jannuzzo, spiega al proprio figlio (Piero La Cara) che quel giorno compie 10 anni, cos'è la mafia, chi era Giovanni Falcone, perché lui ne porta il nome e perché ci sono persone, in Sicilia, che oggi vogliono responsabilmente assumersi l'eredità morale di Paolo, Giovanni, Boris, Cesare, Gaetano, Rocco, Beppe, Ninni, Carlo Alberto, Piersanti, Libero, Rosario, ...

Perché la Storia siamo noi a farla, ogni giorno, con i nostri comportamenti.

IO RICORDO è liberamente tratto dal libro di Luigi Garlando "Per questo mi chiamo Giovanni" edito da Fabbri Rcs e da "La memoria ritrovata. Storie delle vittime di mafia raccontate dalle scuole", Palumbo Editori.

IO RICORDO è causa ed effetto dell'Officina della memoria  Officine della Memoria

Ruggero Gabbai

Ruggero inizia a fotografare prestissimo all'età di 13 anni, a 19 anni frequenta una delle più prestigiose università americane di fotografia, la Rochester Institute of Technology (Kodak), dove si laurea con un B.F.A. in fotografia e un minor in filosofia, mettendo insieme queste due passioni decide di passare alla regia e si laurea nel 1993 con un M.F.A (Master in Fine Arts) in regia cinematografica alla Columbia University di New York, dove studia e collabora con registi come Milos Forman, Paul Schrader , Emir Kusturica e Martin Scorsese. La sua tesi è anche il suo primo documentario, THE KING OF CROWN HEIGHTS viene trasmesso prime time dalla PBS in America e viene distribuito in tutto il mondo.

Nello stesso anno, sempre a New York fonda la società di post-produzione ARC Pictures. Nel 1994 torna in Italia e continua a viaggiare moltissimo.

Il suo documentario MEMORIA, girato ad Auschwitz viene presentato al Festival di Berlino nel 1997 e vince numerosi premi internazionali. Raidue lo trasmette in prima serata ottenendo un ascolto di quasi 7 milioni di spettatori.

Da allora Ruggero ha diretto più di 25 documentari in Italia e nel mondo, molti dei quali in collaborazione con il produttore Mike Bongiorno. Alcuni di questi fanno parte della serie televisiva il MINOTAURO, da ricordare il documentario su Varenne (vincitore al festival dello sport di Milano), La mattanza dei tonni a Favignana, il documentario con Emma Bonino al Cairo e quelli su Enzo Maiorca in Sicilia. Ultimamente ha realizzato delle monografie sulle Maison Versace e Missoni.

Nel 2005 compra i diritti cinematografici del libro di Sayed Kashua, Arabi danzanti di cui è in pieno svolgimento la pre-produzione in Israele.

Gianfranco Jannuzzo
Gianfranco Jannuzzo

Gianfranco Jannuzzo, talento agrigentino, si diploma presso il laboratorio di Esercitazioni sceniche diretto da Gigi Proietti nel 1982 e da quel momento non sta fermo un anno. Partecipa a decine di spettacoli con grandi nomi del teatro italiano (lo stesso Proietti, Garinei, Quartullo, Vaime, etc...) e si cimenta in diversi ruoli con grande successo di pubblico Considerato pupillo ed erede del grande Gino Bramieri si divide tra Milano e Roma. Presentatore in diverse manifestazioni ed eventi ha all'attivo anche quattro esperienze cinematografiche. Ha accettato subito, senza esitazioni e senza compenso, di prendere parte al film-documentario perché "lo considera un onore".

Francesco Buzzurro e l'Orchestra Made in Sicily

Francesco Buzzurro Il grande chitarrista Francesco Buzzurro, è un elemento di spicco dell'Orchestra Made in Sicily.

Il musicista, che insieme alla grande Orchestra siciliana ha realizzato il disco "Made in Sicily - the songs", un cd sulla canzone popolare siciliana in chiave pop-jazz, rappresenta un elemento di eccellenza nel panorama musicale internazionale.

Francesco Buzzurro è nato a Taormina, ma da anni vive ad Agrigento, è uno dei più poliedrici musicisti italiani. Le sue prime note le conosce all'età di sei anni, incomincia così il suo amore per la musica e per la chitarra. Diplomatosi al conservatorio di Trapani, frequenta le master class di David Russell, Hopkinson Smith, John Duarte e Alberto Ponce presso l'Arts Academy di Roma. Ben presto la sua passione per la musica classica si lega a una profonda attività di ricerca nel campo del jazz, dove sviluppa un'originale maniera di improvvisare miscelando elementi della bossanova, della musica etnica e latin-jazz. Come chitarrista classico ha vinto tre concorsi nazionali a Savona, Alassio e Caccamo in Sicilia. Grazie al suo straordinario talento il musicista siciliano ben presto riesce a diventare elemento indispensabile di tre prestigiose ensemble siciliane: l'Orchestra Jazz Siciliana, la Sicilia Jazz Big Band e l'Orchestra di Musica Contemporanea di Palermo.

Indiana Production

Operativa dal dicembre del 2005, Indiana production comprende come socio e direttore artistico in tutte le aree dell'entertainment, Gabriele Muccino che affianca alla sua prestigiosa attività di regista quella di produttore. Anche il fratello di Gabriele, Silvio Muccino, è entrato a far parte come socio della famiglia indiana production. I due executive producers - Marco Cohen e Fabrizio Donvito - hanno maturato una lunga esperienza nel campo delle produzioni pubblicitarie ed hanno deciso di dare vita ad un "luogo" che possa favorire il pensiero, la sperimentazione, le contaminazioni, l'aggregazione, il confronto e la collaborazione. La società è attualmente composta da un team fisso di 14 persone divise tra Roma, Milano e Los Angeles (dove risiede il producer Casey Morris), responsabile ricerca testimonials e regie internazionali) per offrire un servizio completo che va dalla produzione pubblicitaria a quella cinematografica, fino ad arrivare alla rappresentanza di talenti ed artisti nel mondo dell'entertainment.

A completare la struttura societaria, la possibilità di servirsi di una consulenza continuativa di uno studio specializzato per offrire ai clienti un servizio qualificato sulle problematiche relative al diritto d'autore e di immagine.

Alla scena finale hanno partecipato...

In ordine alfabetico

  • Lidia Badagliacca
  • Malek e Mehid Benarfa
  • Peerbocus Bibiuzaima
  • Sofien, Aimen, Kerin Briki
  • Aurora Busetta
  • Umberto Capello
  • Daniele e Fabrizio Ciancimino
  • Tommaso e Alice Cohen
  • Teodoro Cohen
  • Marco e Gabriele Crescente
  • Maria Giovanna e Manfredi D'Amico
  • Francesco Paolo Di Cesare
  • Marco e Gaia Di Gristina
  • Claudio Fazio
  • Andrea Ferrante
  • Arturo Fortunato
  • Edoardo e Gaia Gabbai
  • Giorgia e Toti Ginevra
  • Harin e Kevine Humphry
  • Michele Minardi
  • Simonetta e Chiara Palumbo
  • Giovambattista Palumbo
  • Vincenzo e Mirco Pesco
  • Luca Pipitone
  • Massimiliano e Miriana Pressi
  • Andrea Scancarello
  • Giuseppe Silvia
  • Manfredi e Alessandro Tripi
  • Isabella Volante
  • Matteo Zangla
Pietro La Cara

Vuole essere chiamato "Piero" perchè il nome "Pietro" non è mai piaciuto... nasce a Palermo il 13 agosto 1997. È un bambino tranquillo, solare e pieno di vivacità nei rapporti con i coetanei. A 10 anni frequenta con profitto la 5ª classe della scuola elementare Giuseppe La Masa. La sua materia preferita è matematica. La mamma, Antonina è casalinga. Il papà, Salvatore, purtroppo lavora saltuariamente come indoratore, cameriere... Il suo migliore amico è Cristopher (un bimbo di origine filippina) suo amico fin dalla 1ª classe. Piero è cresciuto circondato dall'affetto e dall'occhio attento e vigile dei genitori, dei nonni materni che abitano "di fronte" e del fratello Michele, più grande di lui e per questo un esempio da osservare per imparare a comprendere "il complicato mondo dei grandi". In casa non c'è Internet, non c'è la PlayStation ultima versione (veramente adesso c'è: è stata un regalo del regista Ruggero Gabbai).

Durante il provino gli chiesero se sapesse giocare a pallone e lui si è esibito in una delle sue più riuscite "sforbiciate". La nonna non ha creduto al fatto che fosse stato scelto finché non ha visto l'articolo e la foto con Jannuzzo sul Giornale di Sicilia!! Gianfranco gli chiedeva spesso di aiutarlo a ripassare le scene. In sole due settimane ha imparato il copione a memoria aiutato da Desirè, la fidanzata del fratello, con il "trucco" di memorizzare le ultime parole della battuta prima della sua per sapere quando era il suo momento.

I commercianti di Ballarò lo hanno letteralmente riempito di "cose da mangiare", i proprietari del Lido di Capaci, dove è stata girata la scena al bar, hanno addirittura voluto una foto con lui! Le scene che gli è piaciuto di più interpretare sono tre, scene dal valore emotivo particolare. Al bar vicino la spiaggia in cui il papà gli racconta l'episodio terribile del bimbo sciolto nell'acido. La scena girata in cui padre e figlio si trovano vicini a seguire con lo sguardo un aereo che parte. In autostrada quando il padre spiega al figlio tutti i dettagli di come è stato preparato l'attentato a Giovanni Falcone.

Il papà Salvatore spiega che i bambini di oggi nascono con il televisore dentro casa, e molti sono quasi "abituati" a certe notizie, a certe scene di violenza; e che nel loro ruolo di genitori hanno cercato il più possibile di "proteggerlo" da alcune vicende a secondo del tipo di programma. Ma dovendo studiare il copione, hanno avuto la necessità di raccontargli alcuni tragici fatti. "Ne abbiamo parlato riflettendo soprattutto sul fatto che si trattava di un tema delicato che da siciliani ci appartiene ma che purtroppo ancora oggi crea tanto silenzio e tanti timori intorno. Ci siamo chiesti se fosse il caso di esporre Piero in prima persona. Ci siamo risposti che se lui se la sentiva forse era giusto, anche questa volta, lasciargli la libertà della scelta".

IL LIBRO