Dicono di noi

20

Novembre
2008

Lotta alla criminalità. Il ministro dell'Interno Maroni ha illustrato in una conferenza stampa al Viminale i risultati ottenuti

Ottimi sono i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata nel periodo da maggio a novembre e che, anche per il futuro, «non avrà flessioni di alcun tipo». Lo ha detto il Ministro dell'Interno Roberto Maroni in una conferenza stampa che si è svolta stamattina al Viminale.
All'incontro con i giornalisti hanno preso parte anche il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, i vertici delle Forze dell'ordine e il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso.

Il titolare del Viminale ha evidenziato come l'aggressione ai patrimoni mafiosi sia il punto focale dell'azione di governo, unitamente alle norme innovative contenute nel 'ddl sicurezza', specialmente quelle riguardanti le infiltrazioni mafiose nelle amministrazioni comunali dove si potranno colpire anche i burocrati se collusi con la malavita e non solo i rappresentanti politici eletti, nonchè la previsione di un obbligo di denuncia per quelle imprese, vincitrici di appalti pubblici, che subiscono un'estorsione da parte della criminalità organizzata.
Altra misura evidenziata dal Ministro la possibilità di utilizzo immediato da parte delle Forze dell'ordine delle autovetture sequestrate alle mafie che giacendo nei depositi giudiziari generano un costo e diventano confiscabili solo dopo lungo periodo quando i mezzi risultano non più utilizzabili.

Gli obiettivi raggiunti nell'azione di contrasto costituiscono l'esito di specifici e mirati dispositivi di intervento in aree ritenute particolarmente sensibili che hanno visto anche il diretto coinvolgimento degli organismi centrali investigativi delle Forze di polizia (SCO della Polizia di Stato - ROS dell'Arma dei Carabinieri - SCICO della Guardia di Finanza) a sostegno dell'azione svolta dalle strutture territoriali. 

Sono stati creati, infatti, gruppi di lavoro misti, per conferire maggiore efficacia alle attività di indagine. Sono state effettuate, inoltre, in totale 49 operazioni di polizia ed arrestati, a diverso titolo, 918 soggetti mafiosi per gravi delitti.
 
Per quanto concerne la cattura di pericolosi latitanti, ne sono stati assicurati alla giustizia 73 di cui 14 appartenenti a 'cosa nostra', 18 alla ‘ndrangheta, 36 alla camorra e 5 alla criminalità organizzata pugliese. Alcuni di loro sono da considerarsi importanti capi strategici, dalle cui decisioni dipendevano le linee criminali dei rispettivi clan.
L'azione di contrasto si è proiettata ad aggredire i patrimoni delle cosche mafiose indebitamente acquisiti. Sul territorio nazionale sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 2.890.237.500,00 euro di cui 1.558.015.000,00 alla mafia, 269.537.000,00 alla ‘ndrangheta, 1.058.035.500,00 alla camorra e 4.650.000,00 alla criminalità organizzata pugliese.

Il Capo della Polizia Antonio Manganelli, nel sottolineare la perfetta intesa tra Forze dell'ordine, Procura nazionale antimafia  e magistratura che ha portato a significativi risultati, ha reso noto che nel periodo da maggio a novembre sono stati impiegati dalla Polizia dei Reparti prevenzione e crimine 21.564 uomini e altrettanti dell'Arma dei Carabinieri. Manganelli si è anche soffermato sull'importanza strategica nella lotta alle mafie della aumentata «produttività della cooperazione internazionale» con operazioni che hanno interessato anche paesi stranieri.

Il contrasto al racket e all'usura e le misure che si stanno predisponendo per sostenere le vittime di questi fenomeni criminali, sono state illustrate dal sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano il quale ha annunciato il rifinanziamento del Fondo vittime della mafia che lo Stato usa per anticipare quello che altrimenti i mafiosi condannati non risarcirebbero alle vittime, di 30 milioni di euro. Inoltre, sul fronte dell'usura che, in questo momento storico di crisi del sistema creditizio potrebbe spingere verso il ricorso agli usurai, si perfezionerà a giorni un finanziamento di 70 milioni di euro.

Il procuratore nazionale antimafia Grasso, nel ringraziare la preziosa opera delle forze dell'ordine che rappresentano 'il braccio' della magistratura nello sforzo comune di arrivare a sentenze di condanna da parte dei tribunali, ha evidenziato lo straordinario «know how dello Stato italiano nella lotta alla criminalità organizzata» rispetto ad altri Paesi che non deve essere disperso.