Di seguito il testo di Umberto Santino, Presidente del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato":"Non sappiamo se avete seguito la vicenda della richiesta del nostro Centro alla casa editrice Einaudi di rettifica di quanto scritto da Roberto Saviano sul suo ultimo libro
La parola contro la camorra, in cui afferma che, dopo venti anni in cui a "ricordare" Peppino Impastato c'erano soltanto la madre, il fratello e "pochi amici", è "nato" il film "I cento passi" che "ha fatto riaprire il processo".
In realtà la madre, il fratello, compagni di militanza e il nostro Centro nato nel 1977 e successivamente intitolato a Peppino, non si sono limitati a "ricordare", ma fin dal giorno del delitto, il 9 maggio del 1978, si sono attivati per salvarne la memoria da chi lo voleva terrorista e suicida e per ottenere giustizia. Grazie a questo impegno quotidiano l'inchiesta è stata aperta, chiusa e riaperta varie volte e i processi (non il processo) contro i mandanti dell'assassinio si sono aperti ben prima dell'uscita del film (avvenuta negli ultimi mesi del 2000), mentre, su nostra sollecitazione, la Commissione parlamentare antimafia indagava sul depistaggio delle indagni, ad opera di rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura, fìn dal 1998 e ha approvato la relazione finale nel dicembre del 2000.
Vi invitiamo a leggere sul nostro sito
http://www.centroimpastato.it/ nella pagina News (il link è sull'home page) la richiesta-diffida del Centro inviata dagli avvocati, la risposta di Einaudi e la lettera a Einaudi di Giovanni Impastato e sua moglie Felicia.
Vi chiediamo se è vi è possibile darci una mano in questo nostro impegno che mira soltanto a ristabilire la verità."
Un cordiale saluto
Umberto Santino