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Agenda - Fotografie di Tony Gentile

fino al 10 giugno 2008 al Centro Luigi Di Sarro in via Paolo Emilio a Roma

con il sostegno di Banca Nuova

 

Appunti veloci di indirizzi ed orari, luoghi da raggiungere subito, fotografie rapide, sviluppi e fissaggi sommari, il quotidiano non può attendere. La giornata del giovane fotoreporter, come quella  dei suoi colleghi, è scandita da telefonate e spostamenti rapidi in moto, conferenze stampa, omicidi, commemorazioni, arresti. E' la Palermo degli anni '90. Nella routine, fotografie bellissime e fotografie apparentemente banali che ciononostante sfuggono al controllo del suo autore e suo malgrado divengono "icona", documento storico, memoria collettiva.

DAL CATALOGO - Quelle di Tony Gentile sono bellissime foto in bianco e nero, ma non ancora scatti della memoria.
Sono eventi di più di 15 anni fa che rischiano di dissolversi, di oscurarsi.
Che senso ha oggi una mostra fotografica? Ha più significato di mille discorsi e più di mille promesse non mantenute da chi ha scordato, da chi ha annacquato, da chi ha lasciato che diventassero "eroi", togliendo loro un merito che deve essere di tutti noi, quello di essere, prima di tutto, cittadini.
E' una parola che ha radici ateniesi, dove compare una moneta nuova - la cittadinanza - composta dalle due facce del diritto e del dovere e con la quale si paga la libertà. Una libertà che ha il suo presupposto nelle regole che devono poter valere per tutti. Altrimenti trasformano in vile tirannia ciò che dovrebbe essere democrazia.
E' vile, infatti, quel sistema che si nasconde dietro leggi farraginose, dietro inganni da azzeccagarbugli, che cambia il nome alle cose ma non modifica le cattive condotte.
E questa viltà ricordano le foto di Tony Gentile, specchio dei tempi.
Ma, più di mille parole e di mille promesse non mantenute, sono specchio della coscienza. Vorremmo, allora, che toccassero i cuori di chi non ha accolto, per colpevole indifferenza, le battaglie di chi voleva affermare il diritto di tutti a essere liberi cittadini. Quell'indifferenza colpevole di cui lo stesso Borsellino, maturo cittadino di quarant'anni, si "scusò" sperando che i giovani potessero avere oggi una capacità di giudizio diversa da quella che ebbe la sua generazione. E in quella direzione decise di impegnarsi. Perchè chi si scusa davvero non lo fa solo a parole ma modifica il proprio comportamento.
Andare nelle scuole: è questo il testimone raccolto dalla Fondazione, da un gruppo di magistrati che furono colleghi e amici di Paolo Borsellino, che a sua volta - va ricordato - seguì l'esempio dato da Rocco Chinnici, da Boris Giuliano, da Beppe Montana, Ninni Cassarà e tanti altri pionieri dell'educazione alla legalità. Andare nelle scuole, tra i giovani cittadini a ricordare e spiegare loro l'eredità morale lasciata da persone che hanno difeso i diritti di tutti fino al sacrificio estremo, la morte.
"Non ho scelto io di occuparmi di mafia. Ci sono finito per caso e ci sono rimasto per un dovere morale: la gente mi moriva intorno" diceva Paolo Borsellino. Dovere morale... lo spiegava bene don Milani: "I care= mi sta a cuore/mi riguarda, il contrario esatto di me ne frego". Ciò che la mafia e la mentalità mafiosa vogliono: che ce ne freghiamo per fregarci tutti.
Ecco perchè è importante che queste fotografie diventino scatti della memoria, di una memoria collettiva, che sia da monito, per non fregare, non ipotecare - prima di tutto - il nostro futuro.

Tony Gentile è nato a Palermo nel 1964 ed ha iniziato la sua carriera come fotografo di news con un quotidiano locale siciliano nel 1989. Quindi ha lavorato con molti altri quotidiani e periodici italiani ed internazionali. Nel 1992 ha iniziato a collaborare con l'agenzia di stampa internazionale Reuters come freelance prima di diventare fotografo di staff nel 2003. Attualmente è di base a Roma ed ha coperto per Reuters molte storie nazionali ed internazionali come la morte del Papa Giovanni Paolo II e l'elezione del nuovo Papa, e anche molti eventi sportivi internazionali come le Olimpiadi di Atene e i campionati mondiali di calcio in Germania.

Il Centro Luigi Di Sarro- attivo dall'81 - lavora per valorizzare la ricerca, ispirandosi al pensiero di Luigi (scomparso nel '79) e mantenendo vivi e attuali i presupposti che hanno animato il suo lavoro, caratterizzato da uno stretto rapporto tra arte e vita in un continuo rimando di suggestioni con la quotidianità anche drammatica, che ha caratterizzato la storia d'Italia di questi anni (come la sua stessa vicenda ha purtroppo dimostrato).